Ennesima delusione della stagione per i tifosi bianconeri. La Juventus, dopo la pesante sconfitta contro il Milan in casa, è quinta in classifica a tre giornate dalla fine del campionato. La rincorsa Champions, adesso, si complica sempre di più e, a vedere il gioco e la voglia della squadra in campo, la qualificazione sembra quasi impossibile. Andrea Pirlo nel post partita ha affermato chiaramente di non volersi dimettere e pur dichiarando di prendersi la responsabilità per la stagione della Juventus, non risparmia delle critiche ai suoi giocatori. Secondo Pirlo, infatti, la rosa non è adatta al gioco che ha in mente. Parla di giocatori difficili da allenare a cui si è dovuto adattare e che pensava di avere a disposizione una squadra diversa. Eppure non si direbbe che rose come quelle di Milan, Atalanta o Napoli siano superiori alla Juventus, per non parlare delle rose di Fiorentina, Benevento e Crotone con le quali mister Pirlo ha perso.
Ecco le parole di Andrea Pirlo
“Avevo un progetto diverso in mente, pensavo di avere una squadra diversa a disposizione, quindi ho cercato di lavorare su certi principi. Poi ho dovuto adattarmi a cose che sono successe, con questi ora dovremmo uscire da questo periodo. Il gruppo non è resistente al cambiamento, ma fare certe cose con questi giocatori è molto difficile. Se non sono riuscito a fare il meglio da loro è colpa mia, mi prendo le responsabilità. La squadra è composta da grandi giocatori.
Abbiam parlato tanto delle reazioni, sono successe tante cose. L’orgoglio non deve mai mancare per onorare la maglia fino alla fine. La società mi è stata vicina, sono successe delle cose fuori dal campo ma non hanno intaccato lo spogliatoio. Se non abbiamo ottenuto risultati è solo colpa nostra, in particolare mia che sono il capo di questa squadra”.
Di certo non si dimette:
“Non sto pensando di mettermi da parte, ho intrapreso il lavoro con tanto entusiasmo. Sapevo di avere delle difficoltà davanti. Penso di poter fare meglio, di poter uscire dalle difficoltà insieme alla squadra. Finché mi sarà consentito farò il mio lavoro”.