Chissà, forse non vedremo titoloni sui principali quotidiani italiani: eppure il presidente dell’Inter, Steven Zhang, rischia seriamente il carcere. Avete letto bene, il numero uno del club nerazzurro può finire in manette e presto l’Inter potrebbe essere al centro di un nuovo, l’ennesimo, cambio di proprietà. Ne parla l’autorevole ‘Calcio e Finanza’.
La filiale di Hong Kong della China Construction Bank Asia (una delle quattro banche controllate dal governo cinese) ha infatti aperto tre cause nei confronti di Zhang: la più importante (e quella che potrebbe portare all’incarcerazione) è quella proprio nell’ex colonia britannica, le altre due (volte e a reperire documentazione sulle proprietà e gli averi del rampollo dell’impero Suning) sono state intentate a Milano e negli Stati Uniti.
Il motivo? Zhang non avrebbe rimborsato nei termini stabiliti ben 300 milioni di dollari. Lo scorso 19 luglio il tribunale di Hong Kong ha dato ragione alla CCBA e ha ordinato al presidente dell’Inter di versare 255 milioni più interessi alla filiale della banca. Il 13 marzo Zhang dovrà chiarire la sua situazione debitoria e presentare tutta la documentazione sui suoi beni. E’ qui che la situazione si complica: il soggetto in questione avrebbe messo in atto diverse operazioni volte a confondere le acque e quindi avrebbe reso più difficile rintracciare i fondi che dovrebbero essere usati per saldare il debito. Tre mesi di carcere sono la pena prevista nel caso in cui venga accertato che Zhang avrebbe volontariamente nascosto dei beni per non ottemperare alla sentenza.
E non è tutto: il 19 luglio lo stesso Zhang potrebbe aver testimoniato il falso quando gli è stato chiesto del rifinanziamento dell’Inter e quando ha affermato che una sua firma trovata su diversi documenti compromettenti a Hong Kong sia stata falsificata. Anche in questo caso c’è il rischio prigione (oltraggio alla corte).
La questione assume contorni quasi comici quando l’accusa sottolinea come Zhang avrebbe continuato a ostentare la sua ricchezza nonostante a suo nome non risultino né beni né immobili.