In queste settimane è tornato alla ribalta il caso plusvalenze, per intenderci le plusvalenze intese come sistema per far quadrare i bilanci e far iscrivere le squadre ai campionati. In passato, la FIGC non era entrata nel merito della questione, adesso, invece, ha addirittura chiesto l’interdizione per i Presidenti di Juventus e Napoli che sono già al lavoro per dimostrare l’infondatezza delle accuse.
Il Presidente Gravina ha dichiarato che si tratta dell’“ennesima lacerazione all’interno del nostro sistema. Il calcio deve cambiare con delle azioni responsabili”.
Gravina parla di sostenibilità finanziaria, dimenticando che il grido di aiuto delle squadre di calcio è arrivato già da tempo, prove ne è il progetto Superlega naufragato sotto le minacce della UEFA.
Inoltre, non si considera che il calcio italiano è in piena crisi sia fuori che dentro il campo. L’Italia è, infatti, incredibilmente fuori dai Mondiali per la seconda volta consecutiva. Anche a livello di club, assistiamo, da anni, all’eliminazione delle squadre italiane che non vanno oltre gli Ottavi di Champions e sono di un livello inferiore rispetto alle rivali spagnole, inglesi e tedesche.
Da non dimenticare il fatto che non esistono più i grandi talenti italiani del passato e non se ne vedono nemmeno all’orizzonte: difficile rivedere in campo un giovane che possa anche solo avvicinarsi ai vari Del Piero, Maldini o Totti.
Se a tutto ciò inseriamo anche gli errori plateali degli arbitri e del VAR allora il lavoro da fare è davvero tanto e spazia in vari settori del calcio italiano.
Gravina, oltre a pensare alle plusvalenze, dovrebbe preoccuparsi anche degli altri ben evidenti problemi del nostro sistema calcistico.